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Passo Pelagatta, 38061 Ala TN

info@rifugioscalorbi.com

Telefono: 045 784 7029

Il logo del rifugio Scalardi è mostrato su sfondo bianco

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Questo elegante rifugio Scalorbi si trova a 1767 metri di quota nell’alto vallone di Campobrun , nel cuore della Riserva naturale di Campobrun a poca distanza dal Passo Pelagatta da cui si gode una vista stupenda nella conca recoarese e sull’altopiano delle Montagnole.

UNA STORIA ANTICA

La zona, un tempo confine fra Impero Austroungarico e Regno Lombardo-Veneto/Italia, ebbe rilievo di appoggio logistico alla prima linea durante la Grande Guerra e come teatro di azione partigiana durante la Seconda Guerra mondiale.


Il rifugio venne costruito negli anni ’50 dall’ANA di Verona che lo intitolò al capitano degli Alpini Pompeo Scalorbi. Negli anni vide ampliamenti/ammodernamenti (es. approvvigionamento idrico in zona carsica, autosufficienza energetica con pannelli solari).


La strada che collega la frazione di Giazza al Rifugio Scalorbi, così come gran parte della rete sentieristica, risale al periodo bellico.

Il Rifugio

Pompeo Scalorbi

Nel vallone di Campobrun, la proprietà demaniale della Provincia autonoma di Trento annovera boschi, pascoli e fabbricati; di quest’ultimi, alcuni vengono dati in concessione nell’ottica di tener vivo il rapporto secolare fra uomo e montagna.

Nella parte sommitale del vallone si trova il rifugio Pompeo Scalorbi; domina sulla conca sottostante ed è prossimo al passo Pelagatta (l’ampia sella che affaccia su Recoaro e sulla grande pianura veneta).

È punto di appoggio per gli escursionisti che si avventurano nel gruppo montuoso del Carega/Piccole Dolomiti.

1.336m


RIFUGIO REVOLTO

1.767m


RIFUGIO SCALORBI

2.238m


RIFUGIO FRACCAROLI

2.259m


CIMA CAREGA

CHI È POMPEO SCALORBI

Capitano degli Alpini, animatore, organizzatore impareggiabile. Egli ebbe a dare nuovo vigore ed impulso alla Sezione ANA di Verona tanto da assicurarla al quarto posto tra le consorelle d’Italia.


Diede gli prova di realismo, di indomita volontà, di spirito d’iniziativa: la Sezione ebbe per merito suo un incremento notevolissimo e tutti ricordano le memorabili adunate in città e provincia delle quali egli fu veramente l’anima.


Voleva profondamente bene ai suoi Alpini e degli Alpini e delle loro famiglie ebbe il massimo interessamento. A lui si devono il « Sacrario » del Battaglione Verona e le iniziative assistenziali nel 1940-41 e 42 agli Alpini in armi e loro famiglie.


Dopo sei anni di presidenza, nel fulgore del suo lavoro, il 19 settembre 1942, decedeva per improvviso malore.

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