Nel cuore pulsante delle Piccole Dolomiti, il vallone di Campobrun custodisce una storia che intreccia la maestosità della natura con gli echi di un passato eroico. È qui che, nel giugno del 1916, Cesare Battisti, patriota e intellettuale, rimase estasiato dalla bellezza straordinaria dei fiori e della vegetazione, poco prima della sua cattura da parte dell’esercito austro-ungarico. Questo momento di contemplazione in un contesto di guerra sottolinea l'eterno contrasto tra la creazione e la distruzione, tra la vita e la sua fine.
Un Rifugio Ricco di Storia
Nel 1952, gli alpini di Verona eressero il Rifugio Pompeo Scalorbi in questo vallone storico, a 1.767 metri di quota. Immerso in prati verdi e circondato dalle imponenti vette delle Piccole Dolomiti, il rifugio è un omaggio al capitano degli alpini Pompeo Scalorbi, figura chiave dell'Associazione Nazionale Alpini (ANA) di Verona. Oggi, la struttura è gestita con passione dall'ANA e di proprietà della Provincia di Trento, simbolo di un legame indissolubile con la storia e la cultura locale.
Dalla Guerra alla Conservazione
Durante la Grande Guerra, il vallone di Campobrun ospitava le retrovie dell’esercito italiano, come testimoniato dall'antica strada militare che serpeggia ancora attraverso la valle. La trasformazione di questo luogo, da scenario di conflitti a riserva naturale dichiarata nel 1971, evidenzia un percorso di riconciliazione con la natura e di conservazione della sua bellezza e biodiversità.
Una Meta per Appassionati di Storia e Natura
Il Rifugio Pompeo Scalorbi oggi non è solo un rifugio per escursionisti e amanti della montagna, ma anche un punto di incontro per chi desidera immergersi nella storia e nelle tradizioni locali. La presenza dell'antica strada militare offre l'opportunità unica di esplorare un sito storico autentico, mentre la riserva naturale circostante invita a scoprire la ricchezza della flora e della fauna delle Piccole Dolomiti.
In conclusione, il vallone di Campobrun e il Rifugio Pompeo Scalorbi rappresentano un ponte tra il passato e il presente, tra la natura selvaggia e la memoria storica. La bellezza che colpì Cesare Battisti continua a ispirare e a meravigliare, testimoniando come luoghi intrisi di storia possano anche essere custodi di una bellezza naturale senza tempo.
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